Pensieri

"Oh! Fortunato me stesso se posso abbandonarmi e riposare nel tuo Sacro Costato, in quella bella ferita d’amore che emana fiamme di carità ed incendia i cuori ad ogni istante".

"Oh! Cuore Amorosissimo del mio Gesù, per me squarciato dalla lancia di Longino, è proprio quella tua gran ferita di amore che mi accresce la fede, la speranza e mi accende di santa carità. Ed io in essa mi rifugio, in essa mi nascondo e mi inabisso; essa sarà la mia salvezza. Nascosto entro il Cuore tuo, da esso compreso, oh! io non potrò perdermi: io mi salverò: io sarò dolce vittima dell’amore al Sacro Cuore, morrò consumato di amore per esso [...]. Al tuo Cuore ricorro come a sicuro asilo, nel tuo Cuore io mi nascondo; l’esule quivi trova il suo asilo sicuro, quivi il suo dolce nido, il nido d’amore".

"Procurerò comunicare a tutti l’abbondanza dell’amore che Gesù NS ci porta, affinché tutti lo amino e nessuno l’offenda".

"Sono Sacerdote tuo, ma io voglio essere Sacerdote tuo santo che zeli l'amor tuo, la salute delle anime, pecorelle, che Tu mi affiderai".

Don Eustachio Montemurro

Dienstag, 03 März 2020 13:29

Epistolario. Supplemento

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EUSTACHIO MONTEMURRO, Epistolario. Supplemento,
A. Marranzini - D. Trianni (curr.), Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, Roma 1989, 105 pp.

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L’Epistolario Supplemento raccoglie altre lettere che le Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, dopo la pubblicazione dei due volumi dell’Epistolario di Montemurro, rinvennero riordinando il loro archivio storico, rimasto chiuso per il sisma del 23 novembre 1980. Esso contiene 31 lettere indirizzate dal Montemurro sr Maria D’Ippolito, che fu generale delle Figlie del Sacro Costato dal dicembre 1911 al 1929, due lettere dirette a mons. Augusto Silj, poi cardinale, e una cartolina postale inviata a suo cugino dott. Francesco Minervini.

Il pregio di queste lettere sta nel loro contenuto spirituale. In esse traspare la paternità spirituale di Montemurro il quale, dopo aver fondato l’Istituto, ne delinea lo spirito, offre i criteri per discernere l’ idoneità di quante chiedono l’ammissione e le stimola alla perseveranza.
Alle sue Figlie egli propone l’ideale di amare il Cuore di Gesù e offrirgli riparazione per le offese inflittegli, specie dalle anime consacrate. Le esorta ad essere pronte e generose nelle fatiche apostoliche e forti nelle prove; umili nel ricorso a Dio per affrontarle e superarle; vigili nell’uso dei mezzi per conseguire il fine della propria vocazione.
Traccia, quindi, per loro il cammino verso la santità, dà consigli a chi è preposta al governo della Congregazione e sottolinea che la conservazione e lo sviluppo di essa poggia «sul fondamento dell’umiltà», ha «per copertura la povertà» ed è tenuta compatta «dal cemento della carità».
Le lettere, riportate in Appendice, offrono dati preziosi sul suo apostolato a Pompei e sugli ultimi giorni della sua vita e contribuiscono a meglio delineare alcuni aspetti della storia delle Figlie del Sacro Costato.
Le due lettere a mons. Silj trattano della proposta fatta a P. Montemurro di assumere con d. Saverio Valerio la cura della parrocchia del SS. Salvatore di Pompei.